domenica, novembre 26, 2006

Guerra russo-giapponese

La guerra russo-giapponese (1904-1905) fu un conflitto estremamente sanguinoso che scaturì dalle ambizioni imperialistiche rivali della Russia Imperiale e del Giappone nella Manciuria e in Corea. La guerra venne combattuta principalmente per il possesso della città di Port Arthur (anche nota come Lushun e Ryojun) e della penisola di Liadong, oltre alla ferrovia che collegava Port Arthur ad Harbin.

Origini della guerra

Durante gli ultimi anni del XIX secolo e nei primi anni del XX secolo diverse potenze occidentali avevano delle mire espansionistiche territoriali e commerciali in Estremo oriente, soprattutto dopo che il Giappone cominciò ad oaccrescere la sua potenza e il suo ruolo internazionale.
Il Giappone, dal canto suo, per la sua posizione geografica era naturalmente portato ad espandersi in Corea e nella Cina settentrionale, entrando in diretta competizione con la vicina Russia.
L'espansionismo giapponese in Corea condusse alla guerra cino-giapponese (1894-1895). La conseguente sconfitta della Cina portò al Trattato di Shimonoseki (17 aprile, 1895) in base al quale la Cina dovette abbandonare ogni rivendicazione sulla Corea e cedere al Giappone Taiwan e Lüshunkou (spesso chiamata Port Arthur).
Tuttavia, tre potenze occidentali (Russia, Germania e Francia) intimarono al Giappone di abbandonare la penisola di Liaodong e Port Arthur con il Triplice Intervento del 23 aprile 1895. In seguito la Russia (nel 1898) si accordò con la Cina per lo sfruttamento della base navale di Port Arthur per un periodo di venticinque anni. Nel frattempo, l'esercito russo occupò gran parte della Manciuria, e la Russia iniziò a competere con il Giappone per le sue mire espansionistiche in Corea.
Il Giappone, dopo aver inutilmente tentato una soluzione diplomatica alla questione con la Russia, lanciò un ultimatum il 6 febbraio 1904 e diede inizio all'attacco militare due giorni dopo. Entrambi i contendenti proclamarono una dichiarazione di guerra il 10 febbraio. Dal punto di vista del diritto internazionale l'attacco giapponese non poteva essere considerato un'operazione sleale, perché preceduto dall'ultimatum. Ciononostante questo attacco viene usualmente citato come un esempio dell'attitudine militare giapponese verso le operazioni belliche "a sorpresa", assieme all'attacco a Pearl Harbor.
Port Arthur, sulla penisola di Liadong nella Manciuria meridionale, era una grande base navale russa ben fortificata. I giapponesi avevano la necessità di controllare il mare così da poter portare il proprio esercito sul continente asiatico, pertanto il loro primo obiettivo militare fu quello di neutralizzare la flotta russa di stanza a Port Arthur.
La notte dell'8 febbraio, la flotta giapponese comandata dall'ammiraglio Heihachiro Togo aprì le ostilità a Port Arthur, silurando due navi da guerra russe che furono gravemente danneggiate. Il mattino del giorno dopo ebbe inizio la battaglia di Port Arthur. In questa fase, da un lato i giapponesi si mostrarono incapaci di sferrare attacchi efficaci contro le navi russe in quanto esposti fuoco dell'artigliera nemica da terra, e dall'altro i russi rinunciarono ad affrontare battaglia in mare in aperto, specialmente dopo la morte dell'ammiraglio Stepan Osipovich Makarov, avvenuta il 13 aprile.
L'attacco navale di Port Arthur, comunque, fu un utile diversivo e consentì ai giapponesi di sbarcare vicino ad Incheon in Corea. A partire dalla fine di aprile, l'esercito giapponese sotto il comando di Kuroki Itei sarebbe stato pronto a varcare il fiume Yalu e fare il suo ingresso nella zona della Manciuria controllata dai russi.
In contrapposizione alla strategia giapponese basata su un attacco fulmineo mirato alla conquista in tempi brevi della Manciuria, la strategia russa prevedeva inizialmente delle operazioni di temporeggiamento che ostacolassero l'avanzata giapponese facendo guadagnare tempo prezioso per concentrare i rinforzi che dovevano giungere attraverso la ferrovia Transiberiana. L'1 maggio, ci fu il primo scontro di rilievo tra i due eserciti : la battaglia del fiume Yalu. Le schermaglie ebbero inizio quando i giapponesi sferrarono un attacco contro le posizioni russe, dopo aver attraversato il fiume senza incontrare resistenza. Truppe giapponesi, nel frattempo, erano sbarcate in vari punti della costa della Manciuria ed cominciariono a sospingere l'esercito russo verso Port Arthur. In questi scontri, tra cui la battaglia di Nashan del 25 maggio, i giapponesi soffrirono perdite rilevanti, ma l'esercito russo tenne un atteggiamento passivo e rinunciò quasi sempre ad operazioni di contrattacco.
Nel mare la guerra fu altrettanto intensae. Dopo l'attacco a Port Arthur dell' 8 febbraio, i giapponesi cercarono di impedire l'uso del porto alle forze navali russe. Durante la notte tra il 13 febbraio e il 14 febbraio, i giapponesi tentarono di bloccare l'ingresso al porto facendo colare a picco alcune navi cariche di cemento nel profondo canale antistante il porto. Tuttavia, le navi finirono in acque troppo profonde per creare un vero ostacolo ai russi. Successivamente, un ulteriore tentativo , condotto la notte tra il 3 maggio e il 4 maggio, non ebbe egualmente successo.
A marzo, il vice ammiraglio russo Makarov prese il comando della Prima Armata del Pacifico, con l'intenzione di alleggerire la pressione attorno a Port Arthur. Da allora in poi, entrambi i paesi belligeranti iniziarono a minare i porti nemici. Era la prima volta, nella storia militare, che le mine veniva usate per scopi dichiaratamente offensivi. Nel passato, infatti, le mine erano state utilizzate unicamente per difendere i porti dagli attacchi nemici. L'uso delle mine da parte dei giapponesi si rivelò particolarmente efficace il 12 aprile quando due corazzate russe, la Petropavlosk e la Pobieda mentre uscivano da Port Arthur finirono in un tratto di mare minato dai giapponesi . La Petropavlosk, comandata dallo stesso Makarov, affondò dopo un'ora, mentre la Pobieda pur danneggiata gravemente riuscì a rientrare in porto. Makarov scelse di morire rimanendo al comando della Petropavlosk mentre affondava. Ben presto, però, i russi ripagarono i giapponesi con la stessa moneta. Il 15 maggio, due corazzate giapponesi, la Yashima e la Hatsuse finirono sulle mine russe davanti a Port Arthur. La Yashima affondò in pochi minuti portando con se 450 marinai, mentre la Hatsuse colò a picco poche ore dopo. Il 23 giugno, un contrattacco delle forze russe, ora sotto il comando dell'ammiraglio Vitgef, fallì. A partire dalla fine del mese, Port Arthur era di nuovo sotto il fuoco dell'artiglieria giapponese.
Esplosione di una granata russa da 500 libbre nei pressi dell'artiglieria giapponese a Port Arthur
Esplosione di una granata russa da 500 libbre nei pressi dell'artiglieria giapponese a Port Arthur
Il Giappone cominciò un lungo assedio di Port Arthur, che era stata pesantemente fortificata dai russi. Il 10 agosto la flotta russa tentò di spezzare l'assedio e proseguire verso Vladivostok, ma fu intercettata e sconfitta nella battaglia del Mar Giallo. Il resto della flotta russa rimase a Port Arthur sotto il fuoco delle forze d'assedio. Ogni tentativo di soccorso da parte delle forze di terra russe fallì e, dopo la battaglia di Liaoyang verso la fine di agosto, i russi si ritirarono a Mukden(l'odierna Shenyang). Port Arthur cadde il 2 gennaio 1905, dopo una serie di combattimenti molto sanguinosi.

Campagna del 1905

L'esercito giapponese ora poteva sferrare un attacco verso nord, e a marzo venne espugnata Mukden.
Nel frattempo, i russi avevano provveduto ad inviare la flotta del Mar Baltico guidata dall'ammiraglio Zinovi Petrovich Rozhdestvenski. La flotta era partita l'anno precedente ed era giunta in Asia passando per il Capo di Buona Speranza. Il 21 ottobre 1904, mentre attraversavano le acque territoriali della Gran Bretagna (alleata del Giappone ma neutrale), la flotta russa arrivò quasi sul punto di far scoppiare la guerra con gli inglesi in occasione dell'incidente del Dogger Bank: i russi fece fuoco su pescherecci inglesi che erano stati scambiati per cacciatorpediniere.
L'ammiraglio Togo conosceva perfettamente il tempo che sarebbe occorso alla flotta del Mar Baltico per arrivare a destinazione, cosicché cominciò a studiare delle contromisure per impedire che le navi russe arrivassero al porto di Vladivostock. La flotta russa fu intercettata nello Stretto di Tsushima, tra la Corea e il Giappone. Nella battaglia di Tsushima, 27 maggio - 28 maggio 1905, la flotta giapponese, meno numerosa ma dotata di armi più moderne di navi più veloci e soprattutto magistralmente condotta dal prorpio comandante, cannoneggiò senza pietà la flotta russa distruggendo tutte le otto corazzate russe senza subire praticamente perdite.

Pace

Nonostante la Russia avesse un esercito più numeroso di quello giapponese, le recenti sconfitte avevano lasciato il segno. Nel corso del 1905, la Russia fu scossa dalla rivoluzione del 1905, che mise a dura prova la stabilità del governo. In Russia si preferì negoziare una pace che permettesse di concentrarsi sulle questioni interne.
L'offerta di mediazione del presidente americano Theodore Roosevelt condusse al Trattato di Portsmouth (New Hampshire), il 5 settembre 1905. La Russia cedetta al Giappone la metà meridionale dell'isola di Sakhalin, che era stata sino ad allora sotto il dominio russo (l'isola tornò ai russi nel 1952 con il Trattato di San Francisco dopo la Seconda Guerra Mondiale). Inoltre i russi dovettero rinunciare al controllo della base navale di Port Arthur e della penisola circostante. Inoltre dovettero ritirarsi dalla Manciuria e riconoscere la Corea come una zona di influenza giapponese. Il Giappone si sarebbe annesso la Corea nel 1910 scatenando le proteste internazionali.

Fu questa una delle prime vittorie dell'era moderna di una nazione asiatica su una occidentale.